Lezione 6 – 24 aprile


Nella scorsa lezione abbiamo parlato delle classi in cui possiamo suddividere i verbi greci. Ogni classe è definita dal rapporto che si crea tra tema del presente e tema verbale. Per avere un quadro dei vari temi che può presente un verbo può essere utile avere presente il suo paradigma (che però in greco non è mai rigido come accade in latino) – eccone un esempio:

verbofuturoaoristoperfetto
λύω (λυ-)  λύσωἔλυσαλέλυκα
λυθήσομαιἐλύθηνλέλυμαι

Per un elenco dei verbi principali distinti nelle varie classi possiamo tenere presente questa pagina.


Questo, invece, è uno schema riassuntivo delle classi verbali (i verbi evidenziati sono apofonici):


I.1: i verbi in vocale e in dittongo (λύω)

I.1.1: verbi in vocale anomali: temi originariamente in -ϝ- e -σ- (ῥέω, τελέω)

I.2.1: verbi in consonante senza apofonia (ἄγω)

I.2.2: verbi in consonante con apofonia (φεύγω, πείθω)


II.1: ampliamento in -ε- (δοκέω, γαμέω)

II.2: ampliamenti in nasale

II.2.1.: ampliamento in -ν- (τέμνω)

II.2.2: ampliamento in -αν- (αἰσθάνομαι)

II.2.3: ampliamento in -αν- con infisso -ν- (λανθάνω)

II.2.4: ampliamento in -νυ- (δείκνυμι)

II.2.5: altri ampliamenti in nasale (βαίνω, ἐλαύνω)

II.3: ampliamento in -(ι)σκ- (εὑρίσκω, πάσχω, γιγνώσκω)

II.4: temi con raddoppiamento (γίγνομαι)

II.5: tema del presente formato con il suffisso -j- (κλέπτω, κομίζω, τάσσω, βάλλω, χαίρω, φθείρω, φαίνω, τείνω)


III.1: verbi difettivi (εἰμί, εἶμι, φημί)

III.2: verbi politematici (αἱρέω, ἔρχομαι, ἐσθίω, λέγω, ὁράω, τρέχω, φέρω)


Può essere utile dare un’occhiata alla pagina dedicata alle relative: si tratta di proposizioni molto comuni e torna sempre comodo avere a portata di mano un quadro schematico del modo in cui si presentano in greco. Molto comuni sono anche le proposizioni dichiarative e le infinitive, che trovate in questa pagina.

Chi era Senofonte?

Senofonte nasce intorno al 430 ad Atene da una famiglia abbiente. La sua vita conosce due episodi decisivi: il primo è l’incontro con Socrate, che rappresenta un modello fondamentale per la sua formazione umana, il secondo è la campagna militare in Asia al seguito di Ciro il Giovane. L’impresa finisce con un fallimento nel 401, ma Senofonte torna in Grecia dopo aver conosciuto sul campo molti spartani, che alimentano in lui una vera e propria passione per le istituzioni spartane (tanto da farlo schierare con Sparta contro Atene a Coronea nel 394). Colpito da una condanna all’esilio, sembrava non aver fatto più ritorno ad Atene. Muore intorno al 355.


Il brano che leggeremo oggi è tratto dai Memorabili di Senofonte.


“καὶ γὰρ βασιλεὺς αἱρεῖται οὐχ ἵνα ἑαυτοῦ καλῶς ἐπιμελῆται, ἀλλ’ ἵνα καὶ οἱ ἑλόμενοι δι’ αὐτὸν εὖ πράττωσι· καὶ στρατεύονται δὲ πάντες, ἵνα ὁ βίος αὐτοῖς ὡς βέλτιστος ᾖ, καὶ στρατηγοὺς αἱροῦνται τούτου ἕνεκα, ἵνα πρὸς τοῦτο αὐτοῖς ἡγεμόνες ὦσι. δεῖ οὖν τὸν στρατηγοῦντα τοῦτο παρασκευάζειν τοῖς ἑλομένοις αὐτὸν στρατηγόν· καὶ γὰρ οὔτε κάλλιον τούτου ἄλλο ῥᾴδιον εὑρεῖν οὔτε αἴσχιον τοῦ ἐναντίου”. καὶ οὕτως ἐπισκοπῶν τίς εἴη ἀγαθοῦ ἡγεμόνος ἀρετὴ τὰ μὲν ἄλλα περιῄρει, κατέλιπε δὲ τὸ εὐδαίμονας ποιεῖν ὧν ἂν ἡγῆται.


“In effetti si sceglie un re non perché si prenda cura di sé attentamente, ma perché anche coloro che lo hanno scelto vivano bene grazie a lui. E tutti vanno in guerra per avere la migliore vita possibile e scelgono gli strateghi proprio perché essi li guidino a raggiungere tale obiettivo. Ecco quello che lo stratego deve assicurare a quanti lo hanno eletto: non è facile trovare un’altra cosa più bella di questa né più brutta del suo contrario”. E così, indagando quale fosse la virtù propria del buon comandante, [Socrate] scartava tutto il resto e lasciava soltanto la capacità di rendere felici coloro su cui si comanda.