Lezione 8 – 22 maggio 2024

Chi era Platone?

Platone nasce nel 428/7 a.C. e intorno ai venti anni fa la conoscenza di Socrate e rimane in contatto con lui fino alla sua morte nel 399. Nella sua vita farà molti soggiorni fuori da Atene ma vi farà sempre ritorno. Negli anni Ottanta del IV secolo fonda ad Atene la sua scuola filosofica, l’Accademia. In tutta la sua vita continua a produrre opere filosofiche, per la maggior parte dialoghi. Muore poco dopo la metà del secolo.


Il brano che leggeremo oggi è tratto dal Simposio.

Nel Simposio, che viene considerato uno dei dialoghi della maturità, Platone mette in scena un banchetto offerto da Agatone per festeggiare la sua vittoria alle gare drammatiche. Gli invitati, fra cui compaiono Socrate e Aristofane, tengono a turno un elogio di Eros, dio dell’amore. Il discorso di Socrate ritrae Eros come una creatura sospesa fra gli dèi e gli uomini, figlio di Ingegno e di Povertà: grazie a lui è possibile accostarsi alla contemplazione di una bellezza perfetta e immortale, il Bello in sé, l’idea di Bello.


Il brano di oggi è tratto dal discorso di Aristofane, che racconta come un tempo gli uomini fossero perfetti ma tanto arroganti da ribellarsi agli dèi. Non potendoli distruggere per la loro forza, Zeus decise di tagliarli in due: da allora ciascuno va alla ricerca della propria metà.


ἔστι δὴ οὖν ἐκ τόσου ὁ ἔρως ἔμφυτος ἀλλήλων τοῖς ἀνθρώποις καὶ τῆς ἀρχαίας φύσεως συναγωγεὺς καὶ ἐπιχειρῶν ποιῆσαι ἓν ἐκ δυοῖν καὶ ἰάσασθαι τὴν φύσιν τὴν ἀνθρωπίνην. ἕκαστος οὖν ἡμῶν ἐστιν ἀνθρώπου σύμβολον, ἅτε τετμημένος ὥσπερ αἱ ψῆτται, ἐξ ἑνὸς δύο· ζητεῖ δὴ ἀεὶ τὸ αὑτοῦ ἕκαστος σύμβολον. […] λέγω δὲ οὖν ἔγωγε καθ’ ἁπάντων καὶ ἀνδρῶν καὶ γυναικῶν, ὅτι οὕτως ἂν ἡμῶν τὸ γένος εὔδαιμον γένοιτο, εἰ ἐκτελέσαιμεν τὸν ἔρωτα καὶ τῶν παιδικῶν τῶν αὑτοῦ ἕκαστος τύχοι εἰς τὴν ἀρχαίαν ἀπελθὼν φύσιν.


Da così tanto tempo è connaturato negli uomini l’amore dell’uno per l’altro. Esso spinge le due metà a tornare all’antica unità e cerca di sanare la natura umana. Ciascuno di noi, dunque, è come una contromarca di uomo perché è il risultato di un taglio a metà, come le sogliole; e ciascuno cerca sempre l’altra contromarca che gli è propria. […] Mi riferisco a tutti, agli uomini e alle donne, e dico che il genere umano può essere felice se ciascuno di noi conduce l’Eros al suo fine e ritrova il suo amato, ritornando, così, all’antica natura.