L’imperfetto
L’imperfetto è un tempo storico che presenta il solo modo indicativo. Esso appartiene, in termini morfologici, al sistema del presente. Ciò significa che il tema impiegato per la coniugazione dell’imperfetto è lo stesso del presente. A caratterizzarlo in modo specifico sono l’aumento e le desinenze secondarie; da notare, inoltre, che all’imperfetto l’accento si ritrae quanto più possibile secondo i limiti delle norme dell’accento. Dal punto di vista dell’aspetto, l’imperfetto considera l’azione nel suo svolgimento e nella sua durata oppure nella sua ripetizione (impf. iterativo).
L’aumento è l’elemento morfologico tipico dei tempi storici che colloca l’azione verbale nel passato (come tale lo ritroveremo all’aoristo, nel solo modo indicativo, e nel piuccheperfetto).
L’aumento può essere sillabico o temporale.
L’aumento sillabico corrisponde al prefisso ἐ- anteposto al tema del verbo; è proprio dei verbi che iniziano per consonante.
παιδεύω educare > ἐ–παίδευον
λύω sciogliere > ἔ–λυον
I verbi che iniziano con ρ raddoppiano la consonante.
ῥίπτω scagliare > ἔρριπτον
In alcuni casi l’aumento può anche essere in ἠ-.
μέλλω stare per, essere in procinto di > ἤμελλον/ἔμελλον
βούλομαι volere > ἠβουλόμην/ἐβουλόμην
δύναμαι potere > ἠδυνάμην/ἐδυνάμην
La variazione ἔθελον/ἤθελον è invece dovuta alla variazione del presente θέλω /ἐθέλω, “volere”.
L’aumento temporale è tipico dei verbi che iniziano per vocale e consiste in un allungamento della vocale iniziale del tema. Nel caso di dittonghi l’aumento temporale equivale spesso all’allungamento della vocale aspra.
ἄγω condurre > ἦγον
αἴρω sollevare > ᾖρον
ἐλπίζω sperare, attendere > ἤλπιζον
εἰκάζω descrivere con immagini, paragonare, congetturare > ᾔκαζον
ἥκω giungere > ἧκον
ὀρύττω scavare > ὤρυττον
οἰκτίρω avere pietà > ᾤκτιρον
ἱδρύω costruire > ἵδρυον
ὑβρίζω insultar” > ὕβριζον
Imperfetto indicativo di γράφω “scrivere”
Attivo | Medio-passivo | |
Is. | ἔ-γραφ-ο-ν | ἐ-γραφ-ό-μην |
IIs. | ἔ-γραφ-ε-ς | ἐ-γράφ-ου (< *-εσο) |
IIIs. | ἔ-γραφ-ε | ἐ-γράφ-ε-το |
Ip. | ἐ-γράφ-ο-μεν | ἐ-γραφ-ό-μεθα |
IIp. | ἐ-γράφ-ε-τε | ἐ-γράφ-ε-σθε |
IIIp. | ἔ-γραφ-ο-ν | ἐ-γράφ-ο-ντο |
IId. | ἐ-γράφ-ε-τον | ἐ-γράφ-ε-σθον |
IIId. | ἐ-γραφ-έ-την | ἐ-γραφ-έ-σθην |
Imperfetto indicativo di δείκνυμι “mostrare”
Attivo | Medio-passivo | |
Is. | ἐ-δείκνῡ-ν | ἐ-δεικνύ-μην |
IIs. | ἐ-δείκνῡ-ς | ἐ-δείκνυ-σο |
IIIs. | ἐ-δείκνῡ | ἐ-δείκνυ-το |
Ip. | ἐ-δείκνυ-μεν | ἐ-δεικνύ-μεθα |
IIp. | ἐ-δείκνυ-τε | ἐ-δείκνυ-σθε |
IIIp. | ἐ-δείκνυ-σαν | ἐ-δείκνυ-ντο |
IId. | ἐ-δείκνυ-τον | ἐ-δείκνυ-σθον |
IIId. | ἐ-δεικνύ-την | ἐ-δεικνύ-σθην |
Nella coniugazione l’accento si ritrae il più possibile ma resta sul verbo senza andare oltre l’aumento (non va mai sul preverbio nel caso di verbi composti).
Le due coniugazioni sono identiche a eccezione della II pers. s. del medio-passivo (-ου [< -εσο] per la tematica, -σο per l’atematica) e della III pers. pl. dell’attivo (-ον per la tematica, -σαν per l’atematica).
Imperfetto indicativo di εἰμί “essere”
Is. | ἦν, ἦ |
IIs. | ἦσθα |
IIIs. | ἦν |
Ip. | ἦμεν |
IIp. | ἦτε |
IIIp. | ἦσαν |
IId. | ἦστον |
IIId. | ἤστην |
Imperfetto indicativo di φημί “dire”
Is. | ἔφην |
IIs. | ἔφησθα |
IIIs. | ἔφη |
Ip. | ἔφαμεν |
IIp. | ἔφατε |
IIIp. | ἔφασαν |
IId. | ἔφατον |
IIId. | ἐφάτην |
I preverbi e l’aumento. Molti verbi in greco si formano premettendo al verbo una preposizione che funge da preverbio. Queste sono le preposizioni proprie, comunemente impiegate (talvolta si possono trovare anche due o tre preposizioni insieme) come preverbi.
- ἀμφί
- ἀνά
- ἀντί
- ἀπό
- διά
- εἰς/ἐς
- ἐκ/ἐξ
- ἐν
- ἐπί
- κατά
- μετά
- παρά
- περί
- πρό
- πρός
- σύν/ξύν
- ὑπέρ
- ὑπό
L’unione di preverbio e verbo può dar luogo ad alcuni fenomeni fonetici. Per comprenderli è necessario distinguere i preverbi in base alla lettera con cui terminano.
Preverbi che terminano con vocale:
- ἀμφί
- ἀνά
- ἀντί
- ἀπό
- διά
- ἐπί
- κατά
- μετά
- παρά
- περί
- πρό
- ὑπό
Preverbi che terminano con nasale
- ἐν
- σύν/ξύν
Preverbi che terminano con sibilante
- εἰς/ἐς
- πρός
L’unico preverbio che termina con gutturale è ἐκ/ἐξ.
L’unico preverbio che termina con liquida è ὑπέρ.
Presente
Verbi che iniziano con vocale | Verbi che iniziano con consonante |
preverbi in vocale | |
Verbi che iniziano con vocale | Verbi che iniziano con consonante |
elisione ἀπό + ἄγω > ἀπάγω | nessuna variazione |
preverbi in nasale | |
Verbi che iniziano con vocale | Verbi che iniziano con consonante |
nessuna variazione | -ν + gutturale (κ, γ, χ) > γ ἐν + γράφω: ἐγγράφω -ν + labiale (π, β, φ) > μ ἐν + πίπτω: ἐμπίπτω -ν + μ > μ ἐν + μένω: ἐμμένω -ν + λ > λ ἐν + λείπω: ἐλλείπω -ν + ρ > ρ σύν + ῥήγνυμι: συρρήγνυμι |
preverbi in sibilante | |
Verbi che iniziano con vocale | Verbi che iniziano con consonante |
nessuna variazione | nessuna variazione |
preverbio in gutturale | |
Verbi che iniziano con vocale | Verbi che iniziano con consonante |
ἐκ > ἐξ ἐκ + ἄγω > ἐξάγω | nessuna variazione |
preverbio in liquida | |
nessuna variazione | nessuna variazione |
Tutti i preverbi possono essere elisi tranne περί e πρό. Come già osservato a suo tempo circa l’elisione, quando il verbo comincia con vocale aspirata e l’elisione antepone all’aspirata una consonante occlusiva muta (τ, κ, π), quest’ultima si trasforma per assimilazione nell’aspirata corrispondente (θ, χ, φ).
ἀπό + αἱρέω > ἀφ’ αἱρέω > ἀφαιρέω
All’imperfetto l’aumento precede unicamente il tema del verbo. In presenza di preverbio, dunque, l’aumento si trova fra preverbio e verbo. Ciò equivale a far seguire il preverbio da una forma che inizia per vocale.
Nei casi in cui il preverbio ἐκ precede un verbo in consonante, all’imperfetto il preverbio assume la forma ἐξ.
Nei casi in cui i preverbi in nasale (ἐν, σύν) precedono un verbo in consonante, all’imperfetto il preverbio torna alla sua forma consueta (anteriore al mutamento per assimilazione nel presente).
συγκαλέω > συνεκάλουν
All’imperfetto, come al presente, il preverbio πρό non si elide; eventualmente può dar luogo a contrazione.
προβάλλω > προέβαλλον/προύβαλλον
A volte si può trovare anche la forma contratta con la coronide, cioè il segno diacritico di crasi: προὔβαλλον.
Alcuni verbi, tuttavia, si sono cristallizzati in modo organico con un antico preverbio e non sono perciò più avvertiti come composti.
καθεύδω dormire > ἐ–κάθευδον
καθίζω sedersi > ἐ–κάθιζον
ἐπίσταμαι sapere > ἠπιστάμην
κάθημαι sedere > ἐ–καθήμην
Alcuni verbi sono dotati di un doppio aumento (temporale e sillabico) o di aumento sillabico pur iniziando per vocale.
ὁράω vedere > ἐώραον (> ἐώρων)
ἀνοίγω aprire > ἀνέῳγον
ὠθέω spingere > ἐώθουν
ὠνέομαι comprare > ἐωνούμην
Alcuni verbi che al presente iniziano in epsilon hanno eccezionalmente l’aumento temporale in εἰ-:
ἔχω avere > εἶχον
ἐάω lasciare > εἴαον (> εἴων)
ἕπομαι seguire > εἱπόμην
ἐθίζω abituare > εἴθιζον
ἑλίσσω far girare > εἵλισσον
ἐργάζομαι lavorare > εἱργαζόμην
ἕρπω muoversi, strisciare > εἷρπον
ἕλκω tirare > εἷλκον
ἑσθιάω invitare a banchetto > εἱστίαον (> εἱστίων)
Inoltre anche l’aumento di uno degli aoristi del verbo αἱρέω si presenta in questa forma: εἷλον.
Questo aumento è dovuto al fatto che questi verbi anticamente cominciavano con una consonante, poi caduta. In un primo momento l’aumento era sillabico, ma con la caduta della consonante iniziale l’aumento e l’epsilon divennero contigui e si contrassero, lasciando come risultato il dittongo -ει-:
*(σ)έπομαι: impf. *ἐ(σ)επόμην > *ἐεπόμην > εἱπόμην
Cf. anche l’aor. ind. di ἵζω (< *(s)isdo) εἶσα (< *e(s)edsa).
L’imperfetto può indicare consuetudine e continuità/durata. Si parla anche di imperfetto di conato (il tentativo: in questo caso l’imperfetto greco implica la sfumatura resa dall’aggiunta dei verbi fraseologici italiani “cercare”, “sforzarsi”, “provare”) e narrativo (all’interno di descrizioni e narrazioni, laddove in italiano è più comune il passato remoto). Si tenga presente, inoltre, che il comune impiego dell’imperfetto con alcuni verbi va reso preferibilmente con il passato remoto (e.g. φημί, λέγω).
Esercizio 12.1
Premetti l’aumento ai seguenti temi verbali:
βαλλε- καταβαινε- ἐκπεμπε- νεμε- στρεφε- αἱρεε- ἀκουε- ὁπλιζε- λαμβανε- οἰχε- ἀντιλεγε- σβεννυ- ἑλισσε- ῥηγνυ- διαφθειρε- συλλαμβανε- ἐμπιπτε- συμβουλευε-
Esercizio 12.2
Analizza e traduci le seguenti forme verbali:
ἦσθα ἔλεγον ἦν ἐλείπετο ἔβαλλες εἶχε ἤγου ἐκεράννυς ἡρμόζομεν ἐγράφου ἐδείκνυσαν ἀνεῴγομεν ἔφη ἐτρέποντο ᾐσθάνετο ἔφασαν ἐδείκνυσο ἐφέρου εἰργαζόμεθα ἐκομιζόμην ἐκρίνεσθε ἐλέγεσθον ἔρραπτον ἐχρόνιζον
Esercizio 12.3
Analizza e traduci le seguenti forme verbali:
ἔκοπτες ᾐσχύνου μετέτρεπε ἐμάχετο περιεῖχον ἠρχόμην προύκοπτε εἵπετο ηὐχόμην ἐξέβαινον εἷρπε ᾤχετο συνέλεγον ἐνέπιπτε ἤθελον ἤγειρε προέβαλλες ἤμελλε μετῳκίζομεν ἐξεφέρομεν ἤλπιζες ἠβούλετο ᾖδε εἵλισσον ἐβαίνομεν συνεκρίνετε