Il participio predicativo con φθάνω, τυγχάνω, λανθάνω, φαίνομαι
Questi quattro verbi possono reggere un participio predicativo dalla traduzione particolare. Spesso, infatti, è opportuno tradurre il verbo del participio impiegando tempo, modo e persona del verbo reggente, che sarà invece reso per lo più con un avverbio.
φθάνω ἔρχομενος, arrivo per primo / prima (di) / precedo arrivando
τυγχάνω ἔρχομενος, mi trovo a giungere / giungo per caso / si dà il caso che io giunga
λανθάνω ἔρχομενος, giungo di nascosto/senza essere visto
φαίνομαι/φανηρός/ἄδηλός/δῆλος/δίκαιός εἰμι ἔρχομενος, sembra / è evidente /è poco chiaro / è chiaro / è giusto che io giunga; giungo apparentemente / manifestamente / poco chiaramente / chiaramente / giustamente
Alcuni esempi:
ἔφθης [da φθάνω] πεζὸς ἰὼν ἢ ἐγὼ σὺν νηῒ μελαίνῃ (Od. 11.58), a piedi arrivasti prima di me con la nera nave.
φθάνει δ ὁ τλήμων γόνασι προσπεσὼν πατρός (Eur. Herc. 986), l’infelice lo precede gettandosi alle ginocchia del padre.
ἵνα καὶ τοῦτο ἀκούσῃ, καὶ μὴ ἀνήκοος ὢν φθάσῃ χαρισάμενος τῷ μὴ ἐρῶντι (Plat. Phaedr. 243e ), voglio che ascolti anche questo discorso e, per ignoranza, non si conceda prima (di averlo ascoltato) a chi non lo ama.
λήσει [da λανθάνω] δ’ οὔποτε κλεπτόμενα, | οὐδέ τις ἀλλάξει κάκιον τοὐσθλοῦ παρεόντος (Theogn. 20-21 ), non saranno mai rubati di nascosto/senza che qualcuno se ne accorga (ovvero: non passerà mai inosservato il loro furto).
ἐλάνθανε δὲ τὰ λοιπὰ ἔχων (Hdt. 8.5.3), [Temistocle] conservò il resto di nascosto.
τυγχάνει γὰρ φρονέων τὰ βασιλέος (Hdt. 8.75), si dà il caso che [Temistocle] parteggi per il re.
φαίνεται γὰρ ἡ νῦν Ἑλλὰς καλουμένη οὐ πάλαι βεβαίως οἰκουμένη (Thuc. 1.2.1), è evidente, infatti, che quella che ora è chiamata Grecia non era un tempo abitata in modo stabile.
ὑμεῖς, ὦ Ἀθηναῖοι, Σωκράτην μὲν τὸν σοφιστὴν ἀπεκτείνατε, ὅτι Κριτίαν ἐφάνη πεπαιδευκώς (Aeschin. In Timarch. (1) 173), Voi, cittadini di Atene, avete ucciso Socrate, il sofista, perché era evidente che era stato maestro di Crizia.
Vale la pena sottolineare che talvolta il costrutto τυγχάνω + part. serve soprattutto a sottolineare il fatto che l’azione espressa dal participio coincide, dal punto di vista di temporale, con la situazione di cui si parla. Come traduzione quindi si può anche scegliere “proprio in quel momento”, “giusto ora/allora”, “appena”. Cf. ἔτυχον στρατευόμενοι (Thuc. 1.104), “si era appena dedicati a una spedizione militare”.
Lessico: il verbo λανθάνω
Il verbo λανθάνω può avere varie costruzioni: (A) in forma transitiva (quindi quando regge un semplice acc.) significa “sfuggire a qualcuno”; (B) in forma transitiva insieme a un participio predicativo del soggetto significa “fare qualcosa all’insaputa di qualcuno”; (C) in una variante di questa costruzione con il participio, l’oggetto è il pronome riflessivo (che però può essere spesso sottinteso) e il significato è “non accorgersi di fare qualcosa”.
A
Ταῦτα ἔλεγε παρελθὼν ὁ Ἀριστείδης, φάμενος ἐξ Αἰγίνης τε ἥκειν καὶ μόγις διεκπλῶσαι λαθὼν τοὺς ἐπορμέοντας (Hdt. 8.82), Presentatosi, Aristide dette la notizia, dichiarando di venire da Egina e che solo a stento si era aperto un varco con la nave sfuggendo al blocco.
B
οὐδ’ ἄρ’ Ἀθήνην | λῆθεν ἀπὸ σταθμοῖο κιὼν Εὔμαιος ὑφορβός (Od. 16.155-6), non sfuggì ad Atena che dal podere usciva il porcaro Eumeo.
NB: il costrutto in greco è personale (la principale e la subordinata al participio hanno il medesimo soggetto), ma nella resa italiana è preferibile rendere la principale con una forma impersonale: “non sfuggì a X che Y etc.”
ἄλλος γεγονὼς λέληθεν τὰ παιδικά (Plat. Phaedr. 241a4), (l’amante) è diventato un altro senza che il suo amato se ne sia accorto.
ἐνθουσιάζων δὲ λέληθεν τοὺς πολλούς (Plat. Phaedr. 249d), (il filosofo) è invasato da un dio senza che la maggior parte delle persone se ne renda conto, ovvero: la maggior parte delle parte non si rende conto che (il filosofo) è invasato da un dio.
C
ὥσπερ δὲ ἐν κατόπτρῳ ἐν τῷ ἐρῶντι ἑαυτὸν ὁρῶν λέληθεν (Plat. Phaedr. 255d), non si rende conto di vedere se stesso nell’amante come in uno specchio.
ἔλαθον τελευτήσαντες αὑτούς (Plat. Phaedr. 259b), senza accorgersene morirono.
Ὁ Ἐπιμηθεὺς ἔλαθεν αὑτὸν καταναλώσας τὰς δυνάμεις εἰς τὰ ἄλογα (Plat. Prot. 321b), senza rendersene conto Epimeteo esaurì tutte le facoltà naturali per gli esseri irrazionali.
Sintassi: l’accusativo di relazione e il dativo di limitazione
L’accusativo di relazione, detto talvolta “alla greca”, e il dativo di limitazione dipendono spesso da aggettivi o da sostantivi che denotano qualità e di cui definiscono o limitano l’ambito di pertinenza.
κάμνειν τοὺς πόδας avere dolore ai piedi
χωλὸς τὸν πόδα zoppo a un piede
δεινὸς μάχην terribile in battaglia
ταχὺς ποσίν veloce nei piedi
(τὸ) βάθος in profondità
(τὸ) γένος di nascita
(τὸ) εἶδος nell’aspetto
(τὸ) μέγεθος per grandezza
(τὸ) ὄνομα per nome, di nome
La differenza fra accusativo di relazione e dativo di limitazione può essere molto lieve e difficile da definire. In qualche caso, tuttavia, si può notare una differenza significativa. Tucidide, ad esempio, tende a impiegare l’accusativo di relazione (τὸ) ὄνομα in rapporto alla nomenclatura in senso stretto (4.133.3, 6.4.1, 8.85.2), mentre il dativo di limitazione (τῷ) ὀνόματι è impiegato per sottolineare il contrasto fra nomenclatura e realtà (3.10.6, 4.60.1, 6.10.2, etc.).
Esercizio 26.1
Traduci le seguenti frasi:
- Τυγχάνουσιν οἱ Ἀθηναῖοι δειπνοποιούμενοι ἐν ταῖς Ἀργινούσαις.
- Φανερός εἶ αὐστηρὸς ὤν.
- Οἱ τοῖς πέλας ἐπιβουλὰς ῥάπτοντες φθάνουσιν αὐτοὶ (“essi stessi”, nom. plur.) συμφοραῖς περιπίπτοντες.
- Οἱ Σπαρτιᾶται φανεροί εἰσιν οὔτε τῷ θεῷ πειθόμενοι οὔτε τοῖς Λυκούργου νόμοις.
- Οἱ φίλοι καὶ νοσοῦντες πολλάκις καὶ ἀποθνῄσκοντες λανθάνουσιν (“noi”, acc. plur.) ἡμᾶς ἀμελοῦντας καὶ ὀλιγωροῦντας.
- Πυνθανόμενος οὖν ὁ Δαρεῖος πλησίον ὄντα τὸν Ἀλέξανδρον καταστρατοπεδεύει πρὸς τῷ ποταμῷ.
- Οἱ τῶν Ἑλλήνων ἱππεῖς (“cavalieri”, nom. plur.) ἀκούουσι βοώντων τῶν στρατιωτῶν «Θάλαττα θάλαττα».