Altri fenomeni fonetici

Fenomeni vocalici. In greco le vocali sono interessate da numerosi fenomeni fonetici. Di alcuni di essi, come l’allungamento di compenso o l’apofonia, ci si occuperà più avanti nel momento in cui lo richiederanno particolari argomenti della morfologia nominale o verbale. Ora ci interesseranno soprattutto gli esiti degli incontri vocalici, all’interno di parola o fra parole distinte. Mettendo momentaneamente da parte i fenomeni della contrazione e della metatesi quantitativa, passeremo ora all’analisi degli esiti più semplici: elisione, aferesi, crasi e le cosiddette consonanti mobili.


L’elisione è la caduta di una vocale breve davanti a parola che inizia per vocale. Riguarda soprattutto le vocali brevi ε, ο e ᾰ. È segnalata dall’apostrofo. Non ha luogo con -υ finale; con -α e -ο finali di monosillabi; con lo -ι finale di περί, ἄχρι, μέχρι, ὅτι, τί e di -σι desinenza di terza declinazione.

τοῦτο ἐπαινῶ > τοῦτ’ ἐπαινῶ lodo questa cosa

Se la vocale elisa è accentata, l’accento si ritrae sulla sillaba che precede.

πολλὰ ἀγαθά > πόλλ’ ἀγαθά molti beni

Tuttavia le preposizioni e le congiunzioni ossitone, così come le enclitiche con accento d’enclisi τινά e ποτέ, perdono l’accento.

παρὰ ὑμῖν > παρ’ ὑμῖν presso di voi

Se la parola elisa termina in consonante muta e la parola che segue inizia con spirito aspro, la muta (τ, κ, π) si trasforma nell’aspirata corrispondente (θ, χ, φ).

ἀπὸ ἡμῶν > ἀφ’ ἡμῶν presso di noi


Per aferesi si intende il fenomeno inverso, cioè la caduta di una vocale breve iniziale dopo parola terminante per vocale.


Per crasi si intende la fusione della vocale finale di una parola (generalmente una forma dell’articolo) con la vocale iniziale della parola che segue. Le vocali tendono a formare vocale lunga o dittongo secondo le norme che regolano la contrazione. A segnare traccia della crasi è la coronide, graficamente identica allo spirito dolce.

τὸ ὄνομα > τοὔνομα il nome

τὰ ἄλλα > τἆλλα le altre cose

Qualora la prima parola presenti spirito aspro, esso è mantenuto dopo la crasi.

ὁ ἀνήρ > ἁνήρ l’uomo


Talvolta lo iato fra parole contigue è evitato ricorrendo all’impiego di consonanti mobili.

La più frequente è il cosiddetto ν efelcistico, aggiunto in fine di parola in diversi casi: nei dativi plurali in -σι della terza declinazione, nelle forme verbali in -σι, nelle terze persone singolari in -ε, nella forma ἐστι(ν), nel suffisso di moto da luogo θε(ν), in alcune forme isolate come εἴκοσι(ν) “venti” e παντάπασι(ν) “assolutamente”. Si tratta di elemento tipico dello ionico; già in Omero il ν efelcistico compare anche laddove è necessario evitare l’incontro fra vocali dovuto alla caduta del digamma iniziale (cf. ἢ ἀνδράσιν [ϝ]ἶφι μάχεσθαι Il. 1.151).


Dopo l’avverbio negativo οὐ si aggiungono κ e χ in presenza, rispettivamente, di vocale non aspirata e aspirata.


La sibilante (-ς) si aggiunge alla preposizione ἐκ, che diviene quindi ἐξ, davanti a vocale, e a οὕτω, μέχρι e ἄχρι, che divengono così οὕτως, μέχρις e ἄχρις.


Infine, è opportuno accennare qui al fenomeno noto complessivamente come allungamento di compenso. Si tratta di un insieme di ‘allungamenti’ che una vocale può subire in conseguenza di vari fenomeni, alcuni più antichi delle attestazioni in nostro possesso e ricostruibili solo a partire dalla comparazione linguistica, altri invece comuni anche nel greco di età storica.

Si distinguono tradizionalmente tre allungamenti di compenso. In tutti e tre i casi nel greco di κοινή l’esito è rappresentato dai falsi dittonghi ει e ου.

I allungamento di compenso: è dato da (a) incontro di sibilante e sonante (nasale oppure liquida) oppure (b) da sonante + jod. Gli esiti sono di due tipi: allungamento della vocale precedente (in attico vocale chiusa lunga, cioè i dittonghi apparenti -ει- e -ου-; in altri gruppi dialettali vocale aperta lunga) oppure geminazione della sonante. Gli esiti di sonante + jod non rientrano sempre in queste due tipologie; anche per questo motivo l’appartenenza di questo tipo di fenomeno al I primo allungamento di compenso è dibattuta.

 att.dor.lesb.
*es-mi   εἰμίἠμίἔμμι
*φαεσνόςφαεινός φάεννος
*asmesμεῖςἁμές (ᾱ)ἄμμες
*usmesμεῖς (ῡ)ὑμές (ῡ)ὔμμες
*ἔμενσα ἔμεινα ἔμεννα (tess.)
    
*kten-yō κτείνωκτήνωκτέννω
*oiktir-yō οἰκτίρω (ῑ) οἰκτίρρω

II allungamento di compenso: è dato dalla caduta della nasale nel gruppo *-ns-. Si tratta di un fenomeno più recente rispetto al I allungamento di compenso: ha esiti distinti e si osserva in casi in cui il gruppo *-ns– è dovuto a precedenti mutamenti fonetici, ovvero palatalizzazione (nom. femm. s. *-ntya > *-ntya > *-nsa), assibilazione (III p. pl. *-onti > -onsi) o semplificazione di nessi triconsonantici (dat. plur. *-nt-si > -nsi). Conservano inalterato il gruppo consonantico i dialetti cret., arc. e tess. In attico e dorico ‘mitior’ l’esito è vocale chiusa lunga (cioè i dittonghi apparenti -ει- e -ου-), in beot. e dorico ‘severior’ vocale aperta lunga (η, ω). In lesb. e a Tera e Cirene l’esito è la dittongazione -ει- e -οι-.

La cronologia relativa di questo fenomeno fonetico può essere fissata almeno per lo ionico-attico, poiché esso ebbe luogo dopo la conclusione del passaggio /a:/ > /æ:/.

Lievemente differente il comportamento del gruppo -ns# (cioè come sequenza finale).

 ion.-att.lesb.dor.altri
*pant-yaπσαπαῖσαπᾶσαπάνσα (tess.)
*monsaμοῦσαμοῖσαμῶσα 
*-ont-si (dat.pl.)ουσι-οισι  
     
*tonsτούςτοίςτοίςτός (tess.)
*tansτάς (ᾱ)ταίςτάς (ᾱ)τάς (ᾰ) (tess.)

III allungamento di compenso: è dato dalla caduta di /w/ postconsonantico. In alcuni casi il fonema si è conservato ed è stato trascritto come digamma (Corcira). In altri vi è stata geminazione (colonie megaresi). In att. la caduta non è stata accompagnata da allungamento; in cret. l’esito è vocale aperta lunga; in ionico l’esito è vocale chiusa lunga (cioè i dittonghi apparenti -ει- e -ου-).

 ion.att.  
*korwāκούρηκόρηκόρϝᾱ (arcad.)κώρη (cret.)
*worwosοὖροςὄροςὄρϝος (corcir.)ὦρος (cret.)
*kalwosκᾱλόςκᾰλόςκαλϝός (beot.) 
*ksenwosξεῖνοςξένοςξένϝος (corcir.)ξῆνος (ciren.)
*monwosμοῦνοςμόνος  

Fenomeni consonantici. Tra i vari fenomeni fonetici che riguardano le consonanti è opportuno tener presente in modo particolare la caduta, l’assimilazione e la dissimilazione.

Nell’evoluzione del greco alcune consonanti sono cadute lasciando precise tracce fonetiche. Ciò risulta evidente non solo per jod e digamma, quasi del tutto scomparsi in età storica, ma anche per la sibilante, che spesso è caduta all’inizio di parola, lasciando traccia nell’aspirazione iniziale (ἕξ, cf. lat. sex), e all’interno di parola, dando spesso luogo alla contrazione vocalica.

Per assimilazione si intende, nell’incontro di due consonanti, quando una consonante diventa uguale all’altra (assimilazione totale: ν + ρ > ρρ) o quando una consonante diviene simile all’altra assumendone il modo o il luogo di articolazione (assimilazione parziale: π + β > βδ; ν + π > μπ). Si parla inoltre di assimilazione progressiva quando la seconda diviene uguale o simile alla prima (λ + ν > λλ) e di assimilazione regressiva nel caso opposto (ν + ρ > ρρ).

1. Assimilazione di occlusive

Davanti a dentale le labiali e le gutturali assumono il modo di articolazione della dentale (NB l’asterisco indica che la forma non è attestata ma frutto di ricostruzione storico-linguistica):

γ + τ > κτ*πραγ-τεος > πρακτέος
π + δ > βδ*ἑπ-δομος > ἕβδομος
κ + δ > γδ*ὀκ-δοος> ὄγδοος
π/β + θ > φθ*ἐλειπ-θην > ἐλείφθην
κ/γ + θ > χθ*ἐπραγ-θην > ἐπράχθην

Davanti alla sibilante σ labiali e gutturali diventano sorde:

π/β/φ + σ > [πσ] > ψ*φλεβ-ς > *φλεπ-ς > φλέψ
κ/γ/χ + σ > [κσ]  > ξ*πραγ-σις > *πρακ-σις > πράξις

Fa eccezione la preposizione ἐκ nelle forme composte (e.g. ἐκσεύομαι).

Davanti alla nasale μ le labiali si assimilano alla nasale e le gutturali diventano sonore:

π/β/φ + μ > μμ*γραφ-μα > γράμμα
κ/γ/χ + μ > γμ*κηρυκ-μα > κήρυγμα

2. Assimilazione di liquide e nasali

λ + ν > λλ*ὀλ-νυμι> ὄλλυμι
ρ + σ > ρρ 

NB il gruppo -ρσ- non subisce variazioni in ionico (ion. ἄρσην / att. ἄρρην). Esso rimane invariato anche in attico in alcuni casi, ad es. nei dat. plur. della terza declinazione (ῥήτωρσι) e nella II pers. sing. del pf./ppf. m.-p. (ἔφθαρσαι).

ν + λ > λλ*ἐν-λειπω > ἐλλείπω
ν + μ > μμ*ἐν-μετρος > ἔμμετρος
ν + ρ > ρρ*συν-ρηγνυμι > συρρηγνυμι

Spesso però si ha assibilazione (per lo più nella coniugazione verbale):

ν +μ > σμ*πεφαν-μαι > πέφασμαι
ν davanti a labiale > μ*ἐν-πίπτω > ἐμπίπτω
ν davanti a gutturale > γ*ἐν-κρύπτω > ἐγκρύπτω

 3. Assibilazione delle dentali

τ/δ/θ + τ/δ/θ > σ + τ/δ/θ*ἰδ-τε >ἴστε
τ/δ/θ + μ > σμ*ἴδ-μεν > ἴσμεν

Quando un particolare aspetto della morfologia lo richiederà, ci si occuperà della dissimilazione delle aspirate (legge di Grassmann), di metatesi (ad es. nel caso del presente del verbo τίκτω) e di epentesi (che riguarda i gruppi μρ e μλ [epentesi di β] e νρ [epentesi di δ], ad es. nel presente del verbo βλώσκω e nelle forme declinate del sostantivo ὁ ἀνήρ).