L’articolo

Il greco: una lingua flessiva. Il greco è una lingua flessiva, nella quale parti del discorso invariabili (preposizione, congiunzione, avverbio, interiezione) si affiancano a parti variabili (articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo). La flessione nominale comporta cinque casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo), tre generi (maschile, femminile, neutro) e tre numeri (singolare, plurale, duale).

Per quanto riguarda i casi, va chiarito in via preliminare, e in modo molto semplificato, che il nominativo è il caso del soggetto e degli attributi ad esso riferiti (fra cui il compl. predicativo del soggetto), il genitivo è il caso del compl. di specificazione, il dativo del compl. di termine, l’accusativo del compl. oggetto, il vocativo dell’apostrofe al destinatario dell’enunciazione. Nominativo e accusativo sono generalmente indicati come casi diretti (oppure unmarked cases), genitivo e dativo come casi indiretti (oppure marked cases).

Per quanto riguarda il numero, il duale è impiegato in relazione a due soggetti e prevede due forme, una per i casi diretti (nom./acc.), una per i casi indiretti (gen./dat.).

L’articolo determinativo (ὁ, ἡ, τό)

Singolare

 MFN
Nτό
Gτοῦτῆςτοῦ
Dτῷτῇτῷ
Aτόντήντό

Plurale

 MFN
Nοἱαἱτά
Gτῶντῶντῶν
Dτοῖςταῖςτοῖς
Aτούςτάςτά

Duale

 MFN
NAτώτώ (τά)τώ
GDτοῖντοῖν (ταῖν)τοῖν

Si noti che ai casi indiretti l’accento è circonflesso, con le stesse modalità che si troveranno più avanti nei sostantivi della I e della II declinazione. Al vocativo i sostantivi possono talvolta essere preceduti dall’interiezione ὦ.

usi dell’articolo L’articolo determinativo è usato per sostantivare gli aggettivi (in alcuni casi modificandone il significato) e anche, talvolta, alcuni avverbi. Quando è un aggettivo neutro ad essere sostantivato, in italiano la traduzione corrisponderà, nella maggior parte dei casi, (a) a un sostantivo equivalente oppure (b) all’aggettivo concordato al sostantivo “cosa”.

πλούσιοι ricchi    οἱ πλούσιοι i ricchi

πολλοί molti    οἱ πολλοί i più, la moltitudine, la maggior parte

ἄριστοι ottimi               οἱ ἄριστοι i migliori, l’aristocrazia

καλός bello                   τὸ καλόν il bello, la cosa bella, la bellezza

οἱ περὶ Σωκράτους quelli intorno a Socrate, i.e. i discepoli di Socrate (oppure Socrate e i suoi discepoli)

οἱ ἐν τῇ πόλει quelli nella città, i.e. i cittadini

οἱ νῦν quelli di ora, ovvero i contemporanei, gli uomini d’oggi

οἱ πάλαι, οἱ τότε gli antichi, gli uomini di un tempo

la correlazione di μέν e δέ Le particelle μέν e δέ si usano in correlazione per opporre due concetti; esse si trovano sempre fra l’articolo e il nome e in ogni caso nessuna delle due è mai all’inizio di periodo.

ὁ μὲν βασιλεύς . . . ὁ δὲ δῆμος . . . il re . . . il popolo . . .

Non sempre le particelle μέν e δέ indicano un’opposizione così marcata da necessitare di resa verbalizzata.

Talvolta esse denotano una contrapposizione netta, da tradurre con “da una parte . . . dall’altra” oppure con “ma” anteposto al secondo elemento (tale contrapposizione, tuttavia, può risultare evidente anche solo dalle parole stesse, senza che vi sia bisogno di renderla esplicita).

In altri casi la contrapposizione è sfumata: in questo caso il μέν non viene tradotto e il δέ viene reso con “d’altro canto”, “mentre”, “laddove”.

Il δέ isolato, cioè non preceduto da μέν, può comparire (in seconda o terza posizione) all’inizio di periodo, e in questo caso non va tradotto. All’interno di periodo, può talvolta equivalere alla resa di una contrapposizione sfumata, e si tradurrà allora con “ma”, “d’altro canto”, “invece”.

È infine molto frequente la correlazione articolo + μέν/δέ, che equivale alla correlazione “l’uno…”/“l’altro…” (oppure “alcuni…”/“altri…”) fra due elementi oppure in un elenco più esteso (“il primo…”/“il secondo…”/etc.).


Esercizio 1.8

Analizza le seguenti forme dell’articolo indicando caso, genere e numero.

τῆς   αἱ   τήν   τοῖν   τά   ὁ   τάς   τῶν   τώ   ταῖς   τόν   τούς   ἡ

Esercizio 1.9

Traduci in greco i seguenti articoli e preposizioni articolate.

degli (gen. plur. m./n.)   i (nom. n. plur.)   alla   lo (acc. m. sing.)   allo (dat. sing. m./n)   della   il (nom. m. sing.)   alle due   le (nom. f. plur.)   le (acc. f. plur.)   il (nom. n. sing.)


Le negazioni

οὐ (οὐκ, οὐχ) è una negazione di tipo obiettivo; nega una realtà considerata come oggettiva, “nelle cose”.

μή è una negazione di tipo non obiettivo; in sostanza, compare in contesti riferiti a realtà non concrete, ad esempio comandi, ipotesi, eventualità.

La negazione μή si trova impiegata, tra l’altro, nelle coppie disgiuntive:

τῷ δὴ τὸν ἐρῶντά τε καὶ μὴ κρινοῦμεν; In che modo distingueremo colui che ama da colui che non ama? (Platone, Fedro)